Infezione post-operatoria e responsabilità della struttura sanitaria

di Giulio Biancardi -

Un uomo si sottopone ad un intervento di enucleazione della cataratta, in seguito al quale sviluppa una grave infezione (endoftalmite) e perde la vista dall’occhio destro.

Il paziente perciò agisce in giudizio nei confronti del medico e della struttura sanitaria.

La CTU accerta che non erano state adottate precauzioni per evitare possibili complicanze post-operatorie, sicché, “in relazione all’attività svolta dall’operatore, in teoria potrebbe sussistere un nesso di causalità tra l’infezione subita e l’intervento di cataratta”.

La giudice, richiamato l’orientamento in materia di onere della prova del nesso di causalità, ritiene sufficiente la prova fornita dal danneggiato, mentre esclude che sia stato dimostrato, da parte della struttura, di aver eseguito tutte le profilassi antibiotiche, oltre alla disinfezione degli strumenti e degli ambienti operatori.

Riconosce quindi al danneggiato il risarcimento del danno biologico permanente, liquidato in euro 204.057,00 con incremento per sofferenza soggettiva, oltre al risarcimento del danno per inabilità temporanea liquidata in euro 4.600,00.

Il Tribunale perciò condanna i convenuti, in solido, al pagamento di complessivi euro 208.657,00 oltre interessi legali fino al saldo, da calcolare sulla somma da devalutare alla data dell’evento lesivo e via via da rivalutare annualmente in base agli indici ISTAT.

T. Reggio Calabria 27.12.2024, n. 1833 testo