Risarcimento del danno biologico permanente a fronte di errato intervento di sutura

di Nadia Busca -

Con provvedimento del 2 marzo 2022 il Tribunale di Taranto si è occupato del risarcimento del danno biologico patito da una paziente a seguito di un errato intervento di sutura di una ferita alla mano da parte dei sanitari in servizio presso il Pronto Soccorso di un nosocomio.

Nel caso in esame una donna, dopo essersi ferita con un bicchiere di vetro mentre svolgeva le faccende domestiche, si è recata presso il Pronto Soccorso ove è stata sottoposta ad intervento di sutura, nel corso del quale non sono stati asportati i frammenti di vetro presenti all’interno dell’arto; frammenti che, a distanza di qualche giorno, hanno causato una sintomatologia dolorosa, oltre che una grave limitazione funzionale dell’arto, sino a causare la lesione del nervo mediano palmare della mano.

Il quadro sintomatologico e l’entità delle lesioni residue hanno indotto i CTU a ritenere che gli esiti peggiorativi riportati dalla paziente siano causalmente riconducibili all’operato dei sanitari che hanno eseguito la sutura immediata della ferita, senza sincerarsi dell’eventuale presenza di corpi estranei penetrati in profondità e quindi non visibili ad occhio nudo. Invero, i sanitari avrebbero dovuto eseguire un’esplorazione della ferita, effettuando esami della funzionalità delle dita e della mano, posto che una più attenta pulizia delle ferite avrebbe potuto eliminare i corpi estranei e avrebbe con tutta probabilità determinato limitazioni funzionali più esigue.

Alla luce di tali considerazioni, è stato provato il nesso di causalità materiale omissiva tra la condotta dei sanitari e le conseguenze lesive patite dalla paziente. Peraltro, trattandosi di causalità omissiva, il Tribunale ha precisato che il suo accertamento va condotto inserendo all’interno del decorso causale l’azione doverosa omessa, cosicché sia possibile verificare se l’evento lesivo si sarebbe comunque verificato.

In conclusione, nel caso di specie è emerso che, qualora i sanitari avessero eseguito un controllo più approfondito e avessero quindi suturato la ferita dopo averla ripulita dai residui di vetro, l’evento lesivo dato dall’aggravamento degli esiti della ferita accidentale, con buona probabilità, non si sarebbe verificato.

Per tali motivi il giudice di merito, dopo aver appurato la sussistenza di una lesione dell’integrità psico-fisica, ha condannato la struttura ospedaliera al risarcimento del danno biologico da invalidità permanente ex art. 1218 c.c. in forza del contratto di spedalità configuratosi a seguito dell’accettazione della paziente all’interno del Pronto Soccorso.

Trib. Taranto 2 marzo 2022 sentenza