Amministratore di sostegno e scelte di fine vita: una sentenza romana

di Redazione -
Nel caso di specie la beneficiaria era una donna di 60 anni, da due anni in stato vegetativo irreversibile. All’amministratore di sostegno, compagno di vita, era già stata attribuita la rappresentanza esclusiva in ambito sanitario ai sensi dell’art. 3 quarto comma della legge n. 2019/2017, e proprio nell'esercizio di tale funzione questi si era rivolto al giudice per essere autorizzato a rifiutare a nome della beneficiaria le cure e i sostegni vitali, con l’accompagnamento garantito dall’applicazione delle cure palliative di cui alla l. n. 38/2019, compresa la sedazione profonda. In assenza di D.A.T. (disposizioni anticipate di trattamento) e quindi di un documento scritto ascrivibi...