Aborto farmacologico e obiezione di coscienza

di Giovanni Di Rosa -

Il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza attraverso la modalità farmacologica, la cui auspicata sempre maggiore diffusione appare da correlare al superamento dei pregressi dubbi di natura tecnico-scientifica connessi a tale metodica, non esclude, tuttavia, gli stessi dilemmi etici posti dall’aborto chirurgico. Riconosciuta al riguardo al personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie la possibilità di sollevare obiezione di coscienza, non pochi ordini di problemi si pongono però quanto all’ambito delle attività coperte dalla clausola di coscienza, anche in ragione di un orientamento restrittivo di formazione giurisprudenziale.